Cantine Isola è un'enoteca storica di Milano, in via Paolo Sarpi 30. Nasce nel 1896 Boeucc dell'Isola da un Giovanni Isola compagno di idee di Filippo Turati. Sulla propria Rivista, La Battaglia, Turati inserisce una pubblicità ed un invito ai "compagni".
Dal secondo dopoguerra un'altra famiglia Isola si insedia in Paolo Sarpi: erano cinque fratelli, per cui diventano le Cantine Isola. Carlo è quello fra i cinque che prende le redini dell'attività, mentre un suo fratello, Secondo, ex cuoco del Re negli anni '10, sarà poco lontano. Il figlio di Secondo, Giacomo, prenderà nei primi anni '60 il testimone dallo zio Carlo nel negozio centrale della via e che poi sarà destinato a essere l'unico a rimanere dei cinque iniziali.
Giacomo sposerà Emilia, ma saranno famosi come Jack lo "stappoeur" e Milly: lui naso infallibile secondo Ferdinando Frescobaldi, lei una delle prime donne sommelier d'Italia. Comincia una storia d'amore per il vino e soprattutto per chi il vino lo produce, una sorta d'infatuazione fatta di tanto lavoro e tanti sacrifici. Anche perché spesso viene abbandonato il lavoro "facile", il lavoro spiccio per poter arrivare a presentare vini più nobili, ma sicuramente più difficili da vendere.
Nel 1991 arriva la mia famiglia, i Sarais, con in testa papà Giovanni, mamma Tina ed io che allora studiavo economia all'Università, mentre i miei già avevano un ristorante. Il lavoro aumenta e la laurea non arriva, ma mi diplomo dietro il bancone e avrò la grandissima soddisfazione di avere una grande maestra: la Milly. Con sapiente pazienza mi prende per mano e mi racconta tutto quello che sa, cerca di infondermi ogni cosa, anche i calci negli stinchi quando non capivo o sbagliavo.
Due cose semplici ma non banali me le ricorderò sempre: accontenta sempre il cliente e cerca di farlo bene al banco meglio di quanto lui possa permettersi di portar via una bottiglia per casa. E poi ricorda sempre che dietro a una bottiglia ci sta sempre la mano di un produttore, ossia la mano di un uomo che ha lavorato e sudato per produrre qualcosa. Quindi sempre massimo rispetto. Jack lo stappoeur mi insegna l'ironia e allo stesso tempo la serietà. Quando se ne andò nel 1997 fu una gran tristezza. I miei genitori l'amore e la professionalità. trenta anni di ristorazione alle spalle voglion dire qualcosa. E stare a contatto tutto il giorno aiuta a perfezionare ogni gesto.
Negli anni abbiamo cercato di perfezionare e aumentare l'offerta dei vini a scaffale, ma sicuramente il lavoro di maggior soddisfazione è la mescita. La scelta dei vini che deve andare al bicchiere sa di magia. Cosa faccio bere oggi? Cosa suggerisco? Oggi sembra una giornata frizzante, quindi proponiamo vini importanti. E poi funziona e la gente ti ringrazia. Bella giornata.
La mescita deve essere oculata: la scelta dei vini, dei bicchieri, la temperatura di servizio. La battuta al momento giusto e l'informazione preziosa di cosa stai offrendo quando serve. Tenere il cliente al banco è un'arte. Devi saper parlare un po' di tutto, mai cadere nel banale o nel ridicolo. Sempre puntare in alto. E il cliente ti seguirà.